Pippa Bacca, sposa e prima artista martire.

Siamo quasi a primavera e molte future spose si preparano al loro matrimonio, provano il vestito bianco e immaginano il loro giorno più bello, indimenticabile.

Oggi, 8 marzo, giornata della donna, vi voglio raccontare la storia di una artista e sposa speciale, che ha fatto una scelta coraggiosa e libera dalle solite convenzioni.

Ci sono stati e ci saranno sempre giornalisti, fotografi, attivisti che perdono la vita per testimoniare la realtà nelle zone di conflitto. Ma nell’arte visiva che anch’essa sperimenta, gioca, mastica e sputa la realtà, vi sono mai state delle  vittime?

Pippa Bacca, nome d’arte di Giuseppina Pasqualino di Marineo, nipote di Piero Manzoni (famoso per la “merda d’artista) indagava con la sua arte ironica e dolce l’incontro con l’altro, la natura, la mutazione delle persone e degli oggetti.

Per esempio ritagliava la foglia di una specie in un’altra di specie diversa oppure la foto di qualcuno che le aveva dato un passaggio in autostop, ritagliata, diventava la forma di un mezzo di trasporto.

Nel 2008 Pippa e la sua amica artista Silvia Moro programmarono un viaggio-performance (autofinanziato) in autostop (mezzo di trasporto prediletto da Pippa) con destinazione Gerusalemme, vestite unicamente di un abito da sposa bianco disegnato appositamente per loro e nei minimi dettagli da Byblos.

Le due giovani spose nelle terre che attraversavano martoriate dalla guerra avrebbero portato nell’incontro con le persone, un segno di pace, fiducia e fratellanza (Brides on tour – Spose in viaggio).

La partenza fu da Milano proprio l’8 marzo, ma di quattro anni fa, nel 2008.

L’abito da sposa di Silvia era stato pensato come un abito-valigia con tante tasche per riporre i suoi effetti personali (viaggiava senza borse) e fornito di veli in cui le donne potevano lasciare traccia di sé e della loro cultura tessendo un ricamo.

L’abito di Pippa a forma di giglio era fornito di una mantella che serviva da copricapo ma anche per asciugare i piedi delle ostetriche del posto durante la “lavanda dei piedi” come gesto simbolico di gratitudine a tutte quelle donne che aiutano la nascita della vita nei luoghi di guerra.

In autostop riuscirono ad attraversare Slovenia, Croazia, Bosnia, Bulgaria e arrivarono il 20 marzo in Turchia dove decisero di separarsi con l’intento di ritrovarsi alcuni giorni dopo.

Ma il destino decise diversamente. Pippa arrivata a Gebze, vicino Istanbul, accettò il passaggio di un uomo che non esitò a farle violenza e ucciderla. I familiari, non ricevendo più sue notizie, ne denunciarono la scomparsa, scattarono le ricerche e per fortuna l’assassino fu arrestato (e in seguito condannato all’ergastolo).

Ci fu molto clamore nella stampa italiana per questo feroce assassinio ma ancor di più in Turchia dove molti articoli di giornale intitolarono “Perdonaci Pippa”.

I funerali si svolsero a Milano e parteciparono più di duemila persone.

Dalla sua morte sono fiorite mostre e iniziative a suo nome perché Pippa nella sua vita e con la sua vita ha seminato fiducia e amicizia e altre donne (soprattutto turche) hanno già ripreso il viaggio, che è diventata una missione, partendo dal luogo in cui era stato interrotto.

Come non innamorarsi di Pippa?

Pippa Bacca è stata una vera artista e, come nel sottotitolo di questo blog, ha fatto della sua vita un’opera d’arte.

Che io sappia è l’unico caso accaduto nell’arte contemporanea di perdere la vita durante una performance.

Diffondete il più possibile la sua storia e la sua arte.