Come essere Pablo Picasso, per un giorno almeno.

Il simbolo della  maschera non mi ha mai affascinato e travestirmi non è mai stata una delle mie priorità. Però qualcosa è cambiato in questo tempo di Carnevale.

In effetti ho riflettuto che la maschera offre la possibilità di essere una persona completamente diversa da se stessa, anche l’opposto. Perchè non approfittare?

Se si è sempre gentili e bendisposti si potrebbe fare per una volta la persona sgarbata, troppo puntuali provare ad arrivare per una volta in ritardo, oppure se si svolge tutto l’anno un lavoro noioso e anonimo, travestirsi in modo speciale e farsi fotografare per ore in Piazza San Marco. Ecco cos’è cambiato in questo “mio” Carnevale.

Pablo Picasso diceva di se stesso: “Io non cerco, trovo“.

Di me, potrei dire il contrario: “Cerco, cerco e non trovo nulla”.

Così in questo Carnevale vorrei essere il grande artista, Pablo Picasso, per un giorno almeno. Trovare e non dover sempre cercare.

Da una voluminosa monografia ho fotocopiato una foto in bianco e nero di Picasso che mi è sempre piaciuta, col cappello, da dove escono i suoi occhi grandi, infiniti, geniali e un pò bambini.

Ho ritagliato e incollato la fotocopia su cartone e infilato un cordoncino nei buchi laterali.

L’ho indossata e si è aderita perfettamente al mio volto. Sono uscita in piazza contenta di festeggiare insieme a pagliacci, ballerine, streghe, pirati… e se è vero che, almeno in senso antropologico, la maschera è un mezzo per attirare lo spirito che vi è raffigurato, chissà se in futuro vedrò qualche cambiamento.

E voi, da che artista vi piacerebbe travestirvi?

(Puoi leggere anche qui un articolo per un Carnevale diverso, a pois!)